cdimauro ha scritto:sono anni che sbotto a cercare di far comprendere che solo la via open potrebbe far rinascere e recuperare il gap tecnologico che esiste tra amiga ed il mondo moderno.
Purtroppo AROS ti smentisce: è da quasi 20 anni che è in lavorazione, e non siamo ancora arrivati alla versione 1.0. Ed è un progetto open source per un s.o. AmigaOS/like multipiattaforma.
Sì ok, è verissimo quello che dici. Ma ti sei posto il problema del "perché" sia così? Perché io sono anni che mi scontro con una frangia - fortunatamente sempre più piccola e risicata - della comunità amighista che 1) ha immediatamente deriso il progetto classificandolo come inutile e potenzialmente dannoso fin dall'inizio; 2) ha continuato inutilmente a sperare in McBill, in Ben Hermans, in Chuck Norris o in KickEssia per un rilancio serio della piattaforma, anche quando le premesse non c'erano palesemente più; 3) ha fatto di tutto per boicottarne lo sviluppo; 4) nel momento in cui AROS ha iniziato a migliorare, lo ha inquadrato come una minaccia sempre meno potenziale e sempre più reale per il proprio SO a pagamento preferito; 5) non ha perso occasione per polemizzare su bug e lacune; 6) non ne ha contribuito MINIMAMENTE allo sviluppo o alla diffusione; 7) non ha perso occasione per trollare su forum et similia. Gente che per altro non ha nemmeno mai messo in discussione il modello di business che Hyperion ha deciso di procrastinare - nonostante le condizioni del mercato del tutto avverse - senza farsi due domande sulle finalità o sulle motivazioni, e neanche senza valutare le conseguenze di questa scelta sugli utenti, pardon, sui clienti finali. Sostituisci pure Hyperion con Dio, con un cantante o con un partito politico, e hai ottenuto una religione.
In un mondo che cambia bisogna evolversi per non scomparire, qua invece han tirato fuori pure l'X1000 che sembra sotto tutti i punti di vista una (costosa) cattedrale nel deserto, buona giusto per far felice gli appetiti di qualche fanatico e di sopravvivere sui suoi sudati risparmi. Non c'è nulla di male in tutto questo, perché finché c'è chi è disposto a spendere, tutto è lecito. Ma se si fosse scelto un altro modello di business e di sviluppo, probabilmente, le cose sarebbero migliorare a vantaggio di TUTTI gli amighisti, e non solo di chi è disposto a spendere un mucchio di quattrini per avere "l'AmigaOS originale", piuttosto che "il sistema alternativo" che costa un mucchio di soldi e fa meno di un quarto del PC scarsone del supermercato. E scusatemi l'OT.
AROS non è diffuso semplicemente perché per troppi anni, dal momento della nascita, è stato il brutto anatroccolo della situazione: ma a chi volete che potesse interessare un sistema operativo che non si installava facilmente, che non funzionava su tutto l'hardware, che ti presentava un nuovo crash a ogni pié sospinto, che non aveva applicazioni, che non aveva nemmeno il plauso e il supporto della community che lo ha partorito? Adesso, soltanto adesso le cose stanno cambiando. Ma l'AROS di adesso non ha quasi nulla in comune con quello di 5 anni fa, oggi fa le stesse cose degli altri amiganoidi (più o meno) e per certi aspetti è anche più avanti. E ogni settimana arrivano nuovi utenti su aros-exec.org, alcuni dei quali sono pure sviluppatori incuriositi dalla piattaforma e che, per un motivo o per l'altro, decidono di portarci sopra il loro software (Maker3D per fare un esempio recente). Io lo chiamo "sintomo di un cambiamento" e per fortuna è un cambiamento per il meglio. Che non sposterà le masse, che non farà grandi numeri, ma che per lo meno dimostra che le intuizioni di Digoulla, compari e 'discepoli' erano corrette.
Se solo la community amighista avesse contribuito fin da subito al progetto - che in fondo non è nemmeno così barbino come alcuni credono ancora - oggi AROS sarebbe una realtà infinitamente più solida. Invece l'ottusità generale non solo ha segato le gambe al progetto, non solo ne ha dilatato le tempistiche, non solo lo ha condannato a essere un hobby per forza di cose, ma ha contribuito a perpetuare e cristallizzare una concorrenza interna che non fa bene a nessuno.