Lo credo anch'io.
cip060 ha scritto:Eh anche vero che con la morte di amiga come lo conoschiamo chi produceva programmi di un certo spessore ha lsciato e i programmi non sono piu' stati aggiornati purtroppo e i sorgente sono ancora chiusi nei cassetti o anche buttati nel cestino come carta straccia invece di essere rilasciati agli utenti che al giorno d'oggi potrebbero mettere mano ed aggiornarli per lep iattaforme di adesso tipo os 4.1 mos e aros!
e' di questi giorni infatti il rilascio dei sorgenti di dopus magellan e nello stesso giorno gia ci stanno lavorando per portarlo su os4 e presumo MOS aros e compagnia bella
Purtroppo non è sempre così facile. Probabilmente DOpus è scritto in C, per cui un porting è semplice, ma moltissimi programmi Amiga erano scritti in assembly o con porzioni di codice assembly, e un porting è pressoché inutile (meglio riscriverlo da zero) o molto difficile.
Pensa a bars and pipe migliore programma sequencer di sempre nato su amiga e morto grazie a microsoft che ha comprato tutto solo per il gusto di toglierlo dal mercato e farlo morire altrimenti sarebbe ancora tra noi
Non è andata così. Quella tecnologia è finita nelle famose DirectSound, che sono state utilizzate e apprezzate da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.
legacy ha scritto:@cdimauro
Non e' anomalo che tengano il core a 700Mhz: tirarlo ad 1Ghz senza dissipatore significa farlo scaldare quanto basta per non ammazzarlo subito ma per accorciargli la vita. Per farlo andare ad 1Ghz senza dissipatore occorre migliorare il core e renderlo piu' efficiente.
Forse non ci siamo capiti. Sì, la scelta per il Raspberry Pi è stata quella di fornirlo a 700Mhz per i problemi che hai esposto qui e nell'altro tuo messaggio. Nulla da dire su questo, ed è comprensibile.
Non è comprensibile, invece, perché abbiano deciso di usare un core ARM 11, la cui pipeline è stata estesa appositamente per raggiungere frequenze molto più elevate, quando poi lo hanno castrato lasciandolo a frequenze basse.
Sarebbe stato molto meglio usare un core diverso, un ARM 9, che ha una pipeline più corta e che raggiunge frequenze simile, ma le cui prestazioni sarebbero state mediamente ben più elevate, grazie alla maggiore efficienza della pipeline corta.
legacy ha scritto:Se parliamo di me, quasi sempre Applicazioni senza grafica, o con grafica custom (accesso diretto al framebuffer offerto dal kernel), perche' X11 e amici sono elefantici.
Tempo fa l'hw era molto molto scarso, non c'era la rasp, ed ho dovuto ricorrere all'accesso diretto a /dev/fb0 perche' su certi apparati non potevo permettermi ne X11 ne altra soluzione QTopia o surrogato vario: succhiavano tutti troppe risorse, sia ram che cpu.
Per esempio sul mio PDA giapponese
Processor: XScale-PXA270@400Mhz
Ram : 32Mb
Lui ha poca ram, e il framebuffer lo fa la CPU, senza alcun 2D engine in hw, e la CPU che e' gia' scarsa di suo. Significa la morte se solo provo a caricare X11. Infatti lo vendevano co n su QTopia e le App erano tutte custom per quella nano libreria grafica.
Non dirmi che anche tu hai uno Zaurus.

Il mio rimane nel cassetto da tanti anni ormai, in attesa che AROS sbarchi su ARM, e finalmente lo si possa sfruttare decentemente.
In questo Amiga e' maestra, ho appena visto su youtube macchine A500 con su pochissima ram fare cose che se ci penso con linux al pari me le sogno senza prima aver pompato l'hw.
Già. E' per questo che aspetto AROS sullo Zaurus, perché lo farebbe volare!
@schiumacal: solo un piccolo appunto, perché per il resto non posso che condividere il meraviglioso quadro della situazione che hai dipinto.
La modalità HAM era disponibile soltanto in bassa risoluzione, quindi 320x256 (200 se NTSC) oppure 320x512 (interlacciata), a causa delle grosse limitazioni del chipset. Infatti l'alta risoluzione (640x256 e 640x512) era limitata a 16 colori perché il sistema non aveva sufficiente banda per poter usare l'HAM.
P.S. Sì, è sempre lei, la banda. Ecco perché insisto sempre sul fatto di averne tanta a disposizione, perché purtroppo so cosa significa lavorarci quando ce n'è poca e tutte le limitazioni a cui siamo stati soggetti noi programmatori.
