Commodore è ancora un buon nome in informatica, e negli ultimi tempi è stata rilanciata dai lettori MP3 portatili realizzati nel "nuovo corso" (evidentemente sono ben fatti e ben commercializzati, se hanno i soldi per tentare questa nuova avventura).
Direi che è praticamente certa la natura del nuovo computer: un sistema superpompato con un processore Intel o AMD e magari pure Vista (:no:). Nei mesi scorsi, alle richieste degli amighisti di tornare su questa piattaforma, i vertici C= avevano lasciato qualche spiraglio aperto, ma giusto perché non si può mai sapere; sono convinto che anche loro, da bravi esperti di marketing, sanno quanto può far sensazione il ritorno di un Commodore-Amiga. Il punto è che adesso si dovrebbe partire non dico da zero, ma addirittura da -2.
Guardiamoci negli occhi: oggi i ventenni non sanno quai più cos'è o, peggio, cos'è stato l'Amiga, e del resto chi si ricorda cosa erano in origine i PET Commodore ha ormai i capelli bianchi; è vero che Amiga Inc. ha un sistema operativo nuovo, e fervono i preparativi per adattarlo alle nuove piattaforme (e chiunque bazzica qui può scommettere che SAM sarà una delle prime ad avere il porting pronto, appena sarà formalizzato l'accordo). Ma cosa ci gira adesso sopra?
Mi metto dalla parte dei colpevoli, in quanto dovrei per primo cominciare a sviluppare, ma quel che conta secondo me adesso è avere software di qualità e conosciuto, o altamente innovativo, per creare una base di utenza (di
nuova utenza) al di là di rinverdire vecchie glorie.
Con questo non voglio assolutamente sminuire il lavoro di chi sviluppa per davvero, anzi; progetti come il porting di X11 possono davvero permettere la migrazione sulla piattaforma dei software di grido, soprattutto open source come Firefox, Thunderbird, Abiword, OpenOffice (MAGARI

). E poi, chissà, potrebbe saltare fuori una azienda o una comunità di programmatori in grado di fare quel che fece la Electronic Arts venti e passa anni fa con Deluxe Paint.
A suo tempo Amiga stupì tutti perché, al di là dei videogiochi, era "una piccola Silicon Graphics" al costo di un PC quando il PC faceva pressappoco quello che faceva un C=64, a parte l'HD e la RAM più grande (ma il PC non aveva l'uscita per il televisore). Adesso è quasi impossibile fare qualcosa di diverso, e infatti tutti hanno le stesse schede grafiche e audio, gli stessi processori, le stesse periferiche, e a parte i Mac perfino lo stesso sistema operativo. Per fare qualcosa di nuovo occorre fare qualcosa che non sembri un computer, come la PS3, ma il rischio è quello che non te lo compri nessuno proprio perché un computer non sembra, anche se fa le stesse cose. Questa è la grande vittoria della M$ e della Intel (ed in subordine della AMD): un computer deve avere una data CPU, deve rispettare determinati standard e, se possibile, avere un ben preciso sistema operativo, magari a forma di finestra. E non vedo come un'azienda in crescita ma ancora poco importante, come la nuova Commodore, possa sfidare il mercato e la mentalità dell'utente medio proponendo adesso qualcosa di diverso.
Ho comunque una speranza, anche se piccola: un insuccesso di Vista, che sembra possibile in alcune analisi sulle vendite Microsoft uscite di recente, potrebbe invogliare qualcuno a provare alternative, come i Mac e soprattutto Linux. L'uso di programmi open come Firefox e Open Office anche su piattaforme diverse da M$ potrebbe suggerire alla gente la sensazione che, per le operazioni di base, non è necessario avere un computer standard, a partire dal SO; e questo, unito alla diffusione di nuovi dispositivi, come ultraportatili o set-top boxes o console evolute, potrebbe alla fine portare alla riapertura del mercato a piattaforme alternative. Alternative soprattutto al PC che rischia di avvitarsi attorno alla compatibilità con Vista, come e peggio delle vecchie architetture proprietarie anni '80. Ma ribadisco che questa per ora è solo una speranza.
[OT] Diamine, due post in un giorno. Mi sto montando la testa...[/OT]