cdimauro ha scritto:E' una differenza che stai volendo introdurre tu. Ti ricordo che prima di queste "operazioni immagine", sono stati lanciati strali contro chi appiccicava etichette e marchi. Adesso lo fa "qualcuno" e di colpo "l'abito fa il monaco". Questa è assoluta mancanza di coerenza.
Questa è la tua opinione e la rispetto.
Le cose non stanno proprio così, però; l'osservazione che fai, dovresti farla a chi a suo tempo ha "lanciato strali contro chi appiccicava etichette e marchi"; soltanto loro ti potranno rispondere nel merito della questione.
A me pare semplicissimo da capire che se (faccio un esempio gastronomico facile, facile) compro un Kg di PANE PUGLIESE dal fornaio e poi lo rivendo imbustandolo nel sacchetto per alimenti con su sopra stampato un marchio di terzi (ritornando ad AMIGA, chi vende materiale rimarchiato, per stessa affermazione di chi lo fa, si occupa di oggetti dove il RIvenditore arriva alla fine della filiera, per brandizzarlo; NIENTE di più e NIENTE di meno

) è MOLTO diverso che se invece io quel pane lo produco e/o lo farcisco e poi lo vendo imbustandolo nel mio sacchetto per alimenti, dove campeggia sopra il MIO marchio (ritornando ad AMIGA, i prodotti che fanno girare AmigaOS si fregiano del marchio AmigaONE, mica AMIGA

)
Detto questo,
visto anche che l'identificazione del prodotto è sostanziale, non fermandosi certamente all'etichetta, come ho già avuto modo di esprimere N altre volte, a me anche quello che fanno AMIGA Inc., IContain e C=USA (giusto per citare alcuni che si occupanno di "RIMARCHIATURA"; in verità l'ultima al momento è fuori gioco, visto che per ora si parla di C= e non di AMIGA, ma tant'è

), non pare cosi tanto biasimevole.
Al contrario, penso che facciano bene a farlo, se è questo il loro desiderio.
Ne hanno tutto il diritto.
cdimauro ha scritto:L'ho già detto parecchio tempo fa: stiamo parlando di prodotti, e basta. Se qualcuno acquisisce i diritti del marchio Amiga, delle boing ball, e le appiccica su prodotti "comuni", beh ha tutto il diritto di farlo senza essere fustigato pubblicamente per eresia.
Guarda che con me, stai sfondando una porta aperta.
Ho mai forse io asserito il contrario?
L'importante è non mischiare le carte in tavola e sotto questo aspetto, per non lasciare nessun ragionevole margine di dubbio, gli interessati si sono affrettati a definire con cura cosa vendono e cosa no, collocando i loro prodotti per quello che realmente sono, ovvero apparecchiature elettroniche (di solito) prodotte da terzi e rimarchiate.
cdimauro ha scritto:Ti faccio notare, inoltre, che i prodotti di Commodore USA sono "specifici" (come hai detto tu), poiché non li trovi nel mercato comunemente accessibile (è soltanto CUSA che li vende con quelle caratteristiche, ovviamente case "proprietario" in primis). Eppure anche lì non sono mancate le lance in resta contro gli eretici.
Idem quando arriverà il famigerato Workbench 5: sarà un prodotto "specifico".
Prenditela con gli eretici allora.
Faccio soltanto notare che il tuo discorso, valido in generale (e in questo ha tutta la mia approvazione), pecca del grave difetto comune a molti di quelli che lo intavolano, di mancare di contestualizzazione.
Possono essere "specifici" e "unici" certo, ma ognuno nel proprio campo, cosa che esclude a priori che possano "mischiarsi" con qualcosa che non sono.
Insomma ci sono prodotti con sopra un marchio e un logo che ne identificano il brand e il modello e altri invece che ne identificano la natura, semplice evoluzione del prima, durante e poi, sotto tutti gli aspetti, da quello storico, a quello legale, passando per quello tecnico e giungendo in fine a quello formale.
Tutto ciò con buona pace di tutti.