clros ha scritto:Uhmmm...dove esattamente?
Forse che...siamo tutti cretini?

No: l'idea è che uno spettacolo cretino non dovrebbe attecchire. Questo mi fa pensare che la gente sia stata rincretinita pian piano. Per quanto sia semplicistica questa analisi.
Voglio dire, non tutti hanno la cultura e il tempo per svaghi più "elevati" (e già la scelta dei termini denota un forte snobismo da parte mia). Oltretutto ci sono situazioni talmente diversa da quella che riesco ad immaginare che *difficilmente* posso esprimere un giudizio elaborato.
Un'interessante esperienza è stata quella di Zapatero: tv pubblica con spettacoli culturali e fatti bene (e li il mercato televisivo è diverso dal nostro). Gli ascolti sono cresciuti.
> Questo a dire il vero lo faccio anche io.
Non mi è sembrato.
> Ma, stavo pensando che il problema, almeno per quanto mi riguarda, è
> proprio quello di nn avere avuto una cultura "liceale".
Eh, i licei di oggi, per quanto suoni stanca questa espressione, non sono più quelli di una volta. E ribadisco, i licei, non solo i liceali.
E comunque c'è il problema a monte in Italia che i licei scientifici sono tutto fuorchè scientifici. Si potrebbero definire "licei meno classici".
> Ho frequentato l'ITIS in elettrotecnica alle superiori e, anche se gli ITIS
> nn sono a livello dei Professionali (dove bisogna solo saper "eseguire"
> senza approfondire bene cosa si sta realmente facendo e perchè lo si
> sta facendo in quella determinata maniera), la cultura di tipo umanistica
> è pesso trascurata sia dagli studenti sia dagli stessi insegnanti che
> danno maggiore importanza alle materie di indirizzo.
Ho presente il fenomeno. Ho tanti amici che provengono da istituti tecnici. Fortunatamente la cultura umanistica è qualcosa che, per lo meno a livelli "base", si riesce ad assumere "per osmosi". Un po' in tv, molto leggendo per i fatti propri. Spesso basta una scintilla: apprezzare la storia, un filosofo, uno scrittore.
> Conseguenza di questo fatto è che gli studenti dell'ITIS, pur sapendo
> progettare che so, una cabina di trasformazione MT/BT o un sistema
> informativo, nn sono in grado di rendersi conto realmente degli aspetti
> che stanno dietro e di valutare quella che tu chiami "struttura
> scientifica", che , se ho capito bene, la intendi come l'insieme di teorie o
> di metodi che stanno alla base delle conoscenze umane e poi anche
> della tecnologia.
Capisco. Se è così, effettivamente è un problema. Il *metodo* scientifico, lo scetticismo fino a prova contraria e il dubbio *devono* essere parte della nostra cultura. Della cultura di tutti. Ci sarebbero meno preti e cialtroni in giro, se così fosse. E quelli che rimarrebbero, sarebbero necessariamente più bravi! :P
Il metodo scientifico, come modo per conoscere la realtà è IMHO qualcosa di formativamente importantissimo. Molto più dei singoli risultati cui ha portato, che possono essere le tre leggi che si vedono a fisica in un liceo (scandalo!) oppure il corso completo di elettronica che vi siete presi voi all'ITIS.
Questa come importanza formativa, eh. Poi nel concreto non entro sicuramente nei metodi di valutazione dei singoli corsi di studio. Ho sentito un sacco di gente della SISS parlare e mi risulta tutto misterioso. Non credo sarei in grado di insegnare qualcosa a dei ragazzini.
> NN si spiegherebbe perchè almeno da noi al sud Italia, gli studenti
> dell'ITIS che si iscrivono all'Uni in materie tecnico/scientifiche,
> abbandonano quasi tutti al primo anno mentre i liceali che nn hanno una
> formazione tecnica vanno con fino in fondo con successo.
Non è un fenomeno del Sud, se ti può consolare. Diciamo che anche da noi il tasso di mortalità fra non liceali è più elevato, assieme al tasso di "lauree molto lungo".
Noi siamo patologici, nel senso che dopo tutto la facoltà di informatica sta dentro il dipartimento di matematica (con una serie di implicazioni più o meno intuibili). Ma anche ad Ingegneria le cose non sono differenti.
Io credo, da quello che vedo, che il problema sia puramente di metodologia e di "non sapere studiare", che non vuole dire essere stupidi o ignoranti. Io non ho fatto l'ITIS e quindi non posso parlare, ma la mia impressione esterna è che le persone che escono in qualche modo non hanno un buon metodo per apprendere e sistematizzare nozioni di carattere teorico, cosa che invece si ha provenendo da un liceo (non a caso perfino a matematica gli studenti del classico non sono particolarmente penalizzati).
Questo è ovviamente parte della "formazione". Ma di fatto, per quanto l'università sia diventata scandalosamente facile anche lei, questo avviene sempre sulla base dello studio. Salvo rari geni naturali, gli esami non si passano non studiando.
Ci sono diversi esami di media complessità che possono addirittura essere passati con uno studio sostanzialmente mnemonico: un tipo di studio che, brutto dirlo, viene molto incentivato nei licei involontariamente. Questo rende ovviamente passare "relativamente facile", ma tuttavia presuppone mettersi li e stare svariate ore sui libri al giorno a buttare giù nozioni.
Fai anche conto che, gli studenti non hanno ben chiaro il numero di ore che ci si aspetta da loro *giornalmente* di studio. Ovviamente poi "quelli bravi" negano di studiare molto (e qualcuno magari non mente) e si creano i falsi miti.
> E' vero che il titolo di Perito Industriale è valido legalmente per
> l'esercizio della professione (e quindi verrebbe da pensare che vadano
> tutti a lavorare) ma è pure vero che da noi al sud i periti industriali nn
> sanno nemmeno cosa sono.
In che senso?
> Invece notavo che quasi tutti i miei compagni delle superiori, hanno
> frequentato facoltà universitarie completamente diverse dall'indirizzo di
> studi superiore...per esempio, quasi tutti in giurisprudenza (ma dove li
> metteremo tt questi avvocati?) o Economia e commercio..
Eh, lasciamo perdere. L'altro grosso problema dell'Italia.
> Come saprai leggo Focus.
> Lo definisco anche io un "giornaletto", (è estremamente superficiale e in
> moltissimi casi ti fa capire delle cose che nn sono vere) ma è l'unico
> mezzo che ho a basso costo per tenermi aggiornato su quello che
> succede nel mondo.
Capisco. Hai vagliato "Scienze" (ovvero l'edizione italiana di Scientific American)? Una volta, per quanto inferiore all'originale, non era affatto male.
"the publication is aimed at educated general readers who are interested in scientific issues"
Ovvero, checché ne dica il nome, non è pensato per "professionisti".
> Ho chiesto più volte di corsi di ggiornamento universitari per gli
> insegnati ma mi è stato risposto che nn se ne organizzano da molto
> tempo e che cmq, erano tutti orientati ai metodi di insegnamento e nn
> ai contenuti.
Guarda, lascia stare. Tu sei fin troppo bravo.
Qui si vedono cose tipo che al PNI (piano nazionale informatica) non si fa mezz'ora di programmazione perchè il docente non sa un cazzo (d'altra parte ammesso che abbia scritto due programmi in università è accaduto 20 anni prima e poi non ci ha più messo mano, cosa volete che si ricordi, poveraccio).
> Vabbè, che con gli studenti che ci ritroviamo (nn tutti, per fortuna)
> approfondire o impararenuovi contenuti nn è che sia utile.
Io penso che basti *uno* studente bravo per compensare il lavoro fatto per istruirlo. La fortuna è che io non sia un educatore, poichè finirei per concentrarmi su lui e pochi altri e lasciare al macero i fancazzisti. :P
> Sta di fatto che per imparare alcuni argomenti che nn conoscevo, mi
> sono iscritto, pagando di tasca mia, ai singoli insegnamenti del PoliTo
> (es.:programmazione in ambienti distribuiti) ma anche in questo caso
> devo approfondire autonomamente (nn si parla di AJAX per esempio...)
Ah, beh. Ti fa ancora più onore, sinceramente. D'altra parte non è che l'insegnamento universitario brilli per "essere al passo con i tempi": dopotutto ancora una volta è più questione di metodi. Pensa, una laurea "ottimale" dura 5 anni, quello che impari al primo anno, quando sei fuori, è già vecchio.
Tornando ad Ajax, mi sarei stupito che fosse in un corso di programmazione distribuita. Di fatto Ajax è semplicemente programmazione di rete asincrona, dove il client è di un ben preciso tipo.
Comunque sotto non c'è davvero nulla di magico: in rete si trova un sacco di materiale, e se ti interessa ho anche in mente alcuni libri :P
> Sono anche registrato ad ACM perchè mi serviva documentazione per
> le architetture parallele (TRIPS,DATAFLOW,ecc) per poi scoprire che per
> avere gli articoli bisogna pagare. :-(
Si, quello se volevi te lo dicevo io! :P
Comunque non è detto: se sei uno studente universitario, è possibile che determinati (forse tutti) articoli puoi averli "attraverso l'università". IIRC per esempio da noi collegandoci in VPN in uni, è possibile accedere alle risorse "come se fossimo in Uni" e l'uni paga a molte associazioni del genere l'uso "batch" degli articoli.
> Bhe, quello che voglio dirti è che la scienza a certi livelli nn è diffusa sia
> perchè pochi la capirebbero sia perchè IMHO, la divulgazione di articoli
> a un certo livello nn farebbe altro che aumentare l'ostilità della gente
> verso la scienza/tecnologia. (spero di sbagliarmi)
A un certo livello sicuramente. Ci vuole qualcuno che faccia da mediatore, me ne rendo conto io in tutte le aree in cui non sono competente. Dopo tutto io come matematico ho un metodo e una struttura formale della madonna, ma come conoscenze ad ampio raggio non sono messo bene per nulla. Di fatto tutto quello che non è matematica, informatica e un po' di fisica è completamente fuori dalle mie competenze.
Per questo sono favorevole alla diffusione di programmi come Quark o a riviste come focus (anche se c'è di meglio); servono a diffondere il più possibile, notizie riguardanti il mondo scientifico/tecnologico.
Anche io: quando sono "scientifiche" e non "umanistiche finto scientifiche", come sta diventando Alberto Angela, IMHO e IONSHO[0].
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[0] In Odifreddi's Not So Humble Opionion, neologismo.