
Lo apro quindi in Linux visto che il discorso che andro' a fare, che inevitabilmente deviera' verso altri lidi, parte pero' da un prospettiva non rosea per Linux.
Ed eccovi la prospettiva: Palladium.
Non credo di dovervi spiegare di cosa si tratta. Sono piu' che convinto che tutti vuoi sappiate cos'e' Palladium e qualche scopo si prefigge.
Ad ogni modo, se non fosse chiaro e' meglio dirlo esplicitamente: trasformare il PC x86 nella piattaforma proprietaria di Microsoft inscindibile da Windows.
Micidiale, vero? Inutile dire che un progetto come questo significherebbe la morte della storica "apertura" (finta) che le masse di utonti bimbo-nerd sbandierano al mondo decantanto la presunta figaggine di farsi l'assemblato come vogliono loro. Sorvolando pero' sul fatto che non e' come vogliono loro, ma come vuole chi glielo fa' e offre e che in un buon 20% dei casi presenta irrimediabili incompatibilita' hardware, su cui guardacaso l'assemblatore non risponde ma scarica abilmente la colpa sul produttore e con questa scusa cerca di rifilarti un componente che sa essere piu' compatibile ma che ovviamente e' molto piu' costoso.
Se da un lato il mio naturalmente maligno cuore di MacUser anti-utonti gia' si prepara ad un colossale orgasmo quando tutti questi bimbo-nerd i renderanno conto di aver finanziato chi sta per metterglielo dove (dicono) fa' piu' male, dall'altro sorge la mia preoccupazione per una degenerazione devastante che il mondo PC potrebbe prendere se Palladium dovesse diffondersi come Microsoft spera e che impedirebbe il booting di qualsiasi OS all'infuori di Windows.
Mi preme specificare che io non sono contrario alle architetture semi-proprietarie come il Mac e non sono nemmeno contrario a sistemi di certificazione dei Digital Media Rights o dell'hardware, pero' bisogna fare una differenza su metodo. E l'esempio e' proprio il Mac: come molti di voi sapranno Apple non ha mai scritto qualcosa che assomigliasse ad un BIOS e mai lo fara', ha pero' adottato un bootloader dinamico come BootROM che le permettesse quella elasticita' e proprietarieta' minime che voleva. Questo bootloader era ed e' Open Firmware, adottato anche da Sun sulle sue workstation UltraSPARC.
Sia Apple che Sun adottano Open Firmware in modo drastico, ovvero senza sistemi di compatibilita' con le ROM di quel tipo di device interni che al momento del avvio della hardware devono essere inizializzati assieme alla scheda madre, come schede grafiche e controller dischi. Chi ha un Mac sa' che una scheda grafica di ATI o Nvidia o ancora un controller SCSI di Adaptec nella sua versione per PC non bootera' mai con una scheda madre di Apple, perche' nelle ROM on-board questi device interni non hanno un componente software detto Fcode, che al momento del boot della scheda madre Open Firmware richiama e carica in RAM. Questo e' il motivo per cui troverete specificato "Mac Edition" sulla confezione di queste schede.
La cosa importante da notare cmq e' che questo tipo di Fcode non influisce minimamente sull'operativita' di questo tipo di schede con sistemi operativi diversi da quelli di Apple: lo dimostra il fatto che Yellow Dog Linux, sviluppato e compilato su Mac, sia stato installato da molti anche su AmigaOne e PegasOS, su cui vengono installate schede grafiche per PC standard.
Questo tipo di Fcode certifica al produttore della scheda madre che la scheda e' dichiarata dal suo produttore conforme ad un particolare standard e che e' quindi coperta da un certo livello di garanzia sulla qualita'. E' un sistema che quindi permette ad Apple e Sun di garantire ai loro utenti la futura espandibilita' dei loro prodotti, di alta qualita', con altri prodotti di altrettanta qualita', senza pero' obbligare l'utente a scegliere per forza i loro OS (sia sui Mac che sulle workstation UltraSPARC girano tranqullamente Linux e OpenBSD) con cui pero' viene garantita una compatibilita' rasente la perfezione.
Inutile dire che con Palladium tutto questo non sara' cosi' visto che sara' brevettato e rendere il kernel di Linux compatibile non sara' come una emulazione di un protocollo quale alla fine sono Samba o Evolution con Exchange. Significhera' infrangere un brevetto che unisce un hardware ad un software, significhera' modificare illegalmente il brevetto costringendone la parte hardware a girare con una parte software non originale. E non sara' come con la XBOX, dove Palladium e' presente solo a livello hardware ed operante solo nei rigurardi dei joypad, dove basta sostituire la ROM o patchare la Dashboard per bootare Linux senza noie.
Quindi? Morte di Linux? Vittoria finale di Microsoft? Non necessariamente, se verranno compiute delle mosse da alcuni soggetti e pare proprio che abbiano iniziato a muoversi' con precisione. Chi sono questi soggetti? Sono Apple e IBM, rispettivamente detentori dei brevetti sul northbridge Mac e sul processore PowerPC: attualmente un Mac e' composto integralmente da componenti hardware PC standard o cmq aperte (Open Firmware, come dice il nome stesso, e' open) ad accezione del northbridge e del processore. Vien da se' che se una piattaforma hardware "semi-aperta" si chiude una "semi-chiusa" puo' aprirsi.
In fondo, pensateci: attualmente IBM per i suoi PC deve farsi dare i processori ed i northbridge da Intel, Windows da Microsoft e le componenti da apri produttori. Se invece diventasse un licenziatario dell'hardware Mac comprerebbe da Apple solo il northbridge, che sarebbe cmq ben farcito di tecnologie IBM, ci metterebbe processori propri, userebbe Open Firmware come bootloader e potrebbe offrire due OS estremamente validi (in modo diverso) ai suoi clienti: Mac OS X e un'eventuale distro di Linux (ex-SuSE) targata Novell (in cui IBM ora ha una quota sostanziosa, quasi il 10% se non ricordo male). Il tutto rientrerebbe perfettamente in una estensione della strategia Linux+PowerPC per server a basso costo ed IBM guadagnarebbe un rilevantissimo controllo diretto/indiretto sia sull'hardware che sul software da lei utilizzato (cosa che ora NON HA e le rode DA MORIRE)!
Per Apple sarebbe l'occasione giusta per espandere il mercato, diventando oltre che "fornita" anche "fornitrice", vendendo cosi' piu' copie del suo Mac OS X e guadagnado una bella fetta di royalties sull'hardware venduto da IBM anche se col solo Linux. E la recente indiscrezione dalla mailing list italiana di Debian, secondo la quale Apple avrebbe intenzione di offrire i suoi portatili (gia' molto graditi da Stallmac & Co.) con Debian GNU/Linux e Mac OS X preinstallati in dual boot, sembra incastrarsi alla perfezione come primo tassello di una strategia di espansione del Mac verso Linux, fra l'altro accreditandosi quale maggiore piattaforma hardware "unix-like" visto che Mac OS X E' UNIX e quindi ideale anche per Linux.
Un asse Apple-IBM fondato esclusivamente sul Mac e reclamante diritti e privilegi sulla comunita' del software libero vista la piu' forte, se non totale, adesione agli ideali "open" gia' in tempi non sospetti potrebbe essere un ospite eccellente per Linux. Sicuramente piu' di un PC x86 ormai piattaforma proprietaria di Microsoft. Senza dimenticare che un AmigaOne gia' sulla buona strada verso una compatibilita' col Mac se diventasse licenziatario di Apple guadagnerebbe un northbridge mica da ridere, con supporto ad hardware e processori recentissimi, pur dovendo sacrificare l'unicita' (cmq gia' perduta).
Sempre che i "Turrican" di tutto il mondo non abbiano da obiettare... Ah, perche' se hanno da obiettare (citanto Omen di Zelig): FIUUUUUUUUUUUT!!! Altrimenti JohnOne SOMATIZZA!!!

Ok, per stasera di carne al fuoco ne ho buttata parecchia! Domande? Opinioni? Vediamo che tirate fuori! Sono pronto a farvi piacere la prospettiva del "Mac Uber Alles" con tutti i mezzi possibili (compresa una bella spranga di titanio).

