Ciao. Sono tornato. Spero che il mio nuovo avatar vi piaccia. Tra l'altro questo avatar rispecchia la mia vera essenza.
Ho deciso di aprire questo nuovo thread per affrontare un tema di mio particolare interesse, nella speranza che questo thread non venga bloccato. Logicamente, nessuno di voi è obbligato a rispondere.
Secondo voi esiste una regione dello spazio in cui ciò che noi vediamo nella realtà virtuale del videogame esiste realmente da un punto di vista materiale? Ovvero, per essere più semplici. Esistono nell'Universo mondi simili a quelli che noi vediamo nei vecchi platform dell'Amiga 500 o in altri giochi del PC?
Per introdurre in maniera più esaustiva questo argomento vorrei trascrivere alcuni saggi tratti da vari testi (in particolare testi di Fisica e Filosofia) e che penso possano risultare di particolare interesse.
La Fisica studia i fenomeni naturali individuando innanzi tutto quali sono le caratteristiche dei corpi che sono misurabili (grandezze fisiche) e cercando in seguito di scoprire una relazione matematica fra di esse (leggi fisiche).
La Matematica, in quanto scienza di pura astrazione, non soggetta a valutazioni soggettive, ha valore universale. La Fisica, invece, si basa sull'osservazione dei fenomeni che avvengono in natura. Potrebbero esserci regioni dello spazio in cui tali fenomeni avvengono in maniera differente ovvero con leggi della fisica differenti. Potrebbero esistere mondi in 2D o mondi con una logica simile a quella dei videogame.
"Consideriamo per prima cosa che cosa intendiamo per tempo. Che cosa è il tempo? Sarebbe bello se potessimo trovare una buona definizione di tempo. Il Webster definisce "il tempo" come "un periodo", e quest'ultimo come "un tempo", il che non sembra essere molto utile. Forse dovremmo dire: "Il tempo è ciò che accade quando non accade nient'altro." Che pure non ci porta molto lontano. Può darsi che vada altrettanto bene se accettiamo che il tempo è una delle cose che probabilmente non possiamo definire (nel senso di una definizione da dizionario), e diciamo allora che d'altra parte il tempo è quello che gia sappiamo: è quanto aspettiamo!".
R. Feynman, The Feynman Lectures on Physics, vol.1, parte 1, Masson Milano, 1968.
Potrebbero esistere mondi nell'Universo non destinati a spegnersi come il nostro a causa dell'aumentare del grado di entropia del nostro sistema. Mondi che non giungono mai al GAME OVER.
http://www.studenti.it/materie/fisica/a ... tropia.php
Di seguito riporto altre due citazioni particolarmente interessanti anche se non totalmente inerenti all'argomento di questo thread.
Il contributo di Archimede alla Statica
Nelle Vite parallele dello scrittore Plutarco troviamo il racconto della personalità e delle opere del siracusano Archimede, probabilmente il primo grande ingegnere della storia. Egli visse fra il 287 a.C. e il 212 a.C. Plutarco lo descrive così: "Una volta Archimede scrisse al re Gerone, suo parente e amico, che qualsiasi carico poteva essere mosso da una data forza, e giunse anzi al punto di affermare che sarebbe stato anche in grado di smuovere la Terra se solo avesse potuto appoggiarsi da qualche altra parte. Gerone si meravigliò molto di ciò, e prego Archimede di realizzare questo suo dispositivo e di mostrare che un grosso carico poteva essere mosso da una piccola forza. Archimede prese allora una delle navi da carico del re, che poteva essere tratta a terra solo con molta fatica e impiegando molti uomini, vi lasciò sopra molte persone e il carico normale, si pose a una qualche distanza da essa, e agendo semplicemente su un capo di una macchina composta di molde corde e ceppi, tirò a terra la nave senza fatica, con tale facilità come se essa galleggiasse sul mare. Il re che che assai si stupì al vedere i grandi effetti prodotti da quest'arte, chiese ad Archimede di preparargli diverse macchine di difesa e di attacco per ogni tipo di assedio; il re non impiego tali macchine perché trascorse gran parte della sua vita in pace e senza guerre; ma esse e il loro inventore Archimede si rivelarono ora di grande aiuto ai siracusani durante l'assedio.
Con tutta la ricchezza delle sue invenzioni, Archimede conservava una tale elevatezza di sentimenti e di nobiltà di spirito, da non voler lasciare nulla di scritto su questa arte che gli aveva procurato fama di intelligenza sovraumana e divina. Egli teneva in conto di cose volgari e manuali la necessità pratica e soprattutto ogni arte che fosse determinata da una necessità. Il suo spirito era attratto soltanto da quelle scienze nella quali il bello e il buono hanno un valore in sé e per sé e che non servono le necessità degli uomini; scienze che non possono essere paragonate ad alcun'altra e nelle quali le cose trattate gareggiano per eccellenza con le dimostrazioni, in quanto le dimostrazioni sono importanti e fondamentali, e le cose stesse sono in sé nobili e belle." (*)
In questo brano è racchiusa la concezione che gli antichi greci avevano per la tecnica e le applicazioni pratiche. La ricerca speculativa rivolta al sapere per il sapere, alla ricerca del vero e del bello aveva il sopravvento sulle conoscenze tecniche; le aplicazioni tecniche erano considerate per gli aspetti di eccezionalità e di paradossalità che racchiudevano e dovevano essere impiegate in circostanze eccezionali, ad esempio l'assedio della città, e non per sovvenire alle comuni necessità degli uomini.
Lo sviluppo della Statica e della Meccanica nel Medioevo
Parlando di Archimede abbiamo osservato che la cultura della Grecia classica tendeva a privilegiare l'attivita speculativa rispetto allo studio della tecnica e delle sue aplicazioni. Questa concezione si modificò sensibilmente durante il Medioevo. Come dice lo storico A.M.Crombie(**): "I trattati tecnici furono tra i primi testi tradotti dall'arabo e dal greco in latino, e fu opera di persone colte (...) Le enciclopedie del XIII secolo di Alessandro Neckam, Alberto Magno e Ruggero Bacone contenevano molte e precise informazioni sulla bussola, sulla chimica, sul calendario e su altri argomenti tecnici(...) Nel XIV secolo, il frate domenicano Giovanni da San Gemignano compilò un'enciclopedia destinata ai predicatori in cui dette, perché li utilizzassero come esempi nei sermoni, descrizioni di svariati argomenti tecnici: agricoltura, pesca, coltivazione, mulini a vento e ad acqua, navi, pittura e miniatura, fortificazioni, armi, fuoco greco, lavorazione dei metalli, fabbricazione del vetro, pesi e misure (...) Qualche manuale si occupò anche di questioni tecniche generali, come la costruzione di navi, dighe e filatoi. La serie di trattati di chimica pratica, che nei primi secoli del Medioevo riportavano soprattutto ricette per pigmenti, continuò nei secoli XIV e XV con descrizioni della distillazione e di altre tecniche pratiche e nel XVI secolo con i libri sulla distillazione di GirolamoBrunschwig, il Probierbuechlein sulla metallurgia e il De re metallica di Agricola. Si potrebbero, insomma, dare ancora molteplici esempi degli interessi tecnici medioevali. Essi non dimostrarono solo un astratto desiderio di dominare la natura, quale quello espresso da Ruggero Bacone, ma anche la capacità di acquisire le cognizioni suscettibili di dare risultati di utilità pratica."
Nel suo trattato Didascalon, Ugo di San Vittore esorta a studiare ogni scienza poiché tutte le scienze possono contribuire alla contemplazione mistica.
I risultati più eclatanti in campo meccanico durante l'epoca medioevale riguardano però l'architettura. La costruzione delle grandi cattedrali gotiche poneva problemi pratici di estrema complessità. Risulta significativo ritrovare alla fine del XII secolo e durante il XIII secolo trattati di statica teorica che ponevano le basi per quanto doveva essere scoperto nei secoli successivi.
(*) Plutarco, Vite parallele: Marcello, 14, 17, 19.
(**) A. C. Crombie, Da S. Agostino a Galileo, Milano 1970
È veramente interessante notare come nel corso dei secoli sia cambiata la concezione delle scienze tecniche fino ad assumere posizioni diametralmente opposte dall'epoca di Archimede al Medioevo. Per esempio se Archimede vivesse ai nostri tempi egli terrebbe in conto di cose volgari tutto ciò che riguarda il mondo dell'informatica e dell'elettronica perché finalizzato a soddisfare le necessità pratiche degli uomini. Mi domando cosa penserebbe oggi Archimede dei videogame e cioè dei software che sfruttano un hardware (cosa volgare) per il divertimento ludico degli individui. Anche se non totalmente inerente ho voluto inserire questa citazione perché veramente interessante.
Qualcuno mi può spiegare che cosa si intende per attività speculativa?
Giordano Bruno sosteneva che nell'Universo esistessero infiniti mondi (non necessariamente con la nostra stessa logica) e che il Dio Unico fosse il creatore di ognuno di questi mondi. Alcuni di questi abitati da essere con una natura simile alla nostra, altri abitati da esseri da noi dissimili, con una concezione e con una visione della realtà differente dalla nostra.
La domanda che mi sta più a cuore porre è la seguente:
Ipotizziamo che il nostro mondo stia per andare verso la distruzione. Se aveste la possibilità di sopravvivere in un mondo con una logica simile a quella di un videogame, qual'è videogame scegliereste?
Vorrei che motivaste la vostra scelta con una breve spiegazione.
Per esempio, se io dovessi scegliere, direi Burger Time. Vivere l'eternità salendo su e giù per delle scale inseguito da uova e cetriolini, correre su fette di pane cercando di farle cadere sugli ingredienti che passano di sotto, fino a formare degli sfiziosi hamburger.
Oppure sceglierei Bubble Bobble. Immaginate come deve essere bello passare l'eternità sotto forma di un dragetto sparabolle carino e simpatico che attende che dal cielo gli cada in testa una fetta di melone gigante o un cono gelato gigante.
Resto in attesa delle vostre risposte.
Spero che partecipiate numerosi al mio piccolo terzo thread.





quindi nel dubbio dico sì, almeno è una speranza 

